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12 giugno 2009

Crocione San Martino m 1.028 - Corna di Medale - 1029 m– 11 Giugno 2009

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Oggi ho deciso che mi incasino.
Mi piace l’idea, vado a provare 2 sentieri definiti “impegnativi” con l’obiettivo di salire poi al Medale (non me ne voglia Andrea) che l’altra volta, quella dei Pizzetti, non ho voluto salire.
Arrivo a Rancio con il solito problema a Lecco: quando dovevo andare in Valsassina sono uscita a Lecco, ora che dovevo uscire a Lecco ho preso per la Valsassina :) Meno male che ormai la zona la conosco e, tramite l’ospedale, riesco sempre ad immettermi sulla retta via.
Parcheggio, scarponi e via.
La prima volta mi perdo sulla strada. Decido di prendere un sentierino e quando risbuco fuori non so piu’ se andare a dx o sx … ovviamente vado a dx … ma rinsavisco e torno indietro e al tornante trovo il cartello che mi indica la via. Che non è quella che ho fatto in discesa l’altra volta ma non importa.
Ad un certo punto incontro un signore, altri ne stanno salendo da un sentiero laterale, che è quello che presi la volta scorsa. Uffi, speravo di essere sola. Ma non faranno i miei sentieri, loro (giovanotti) andranno al rifugio a mettere le gambe sotto al tavolo. Si, lo so, non è bello pensarla cosi pero’ ci ho azzeccato :)
Arriva la mia deviazione e la prendo e, come presupponevo, sono da sola. Passo sotto le pareti di arrampicata e scendo. Il sentiero scende. Uff … non posso mica aver già sbagliato!
Ma no, eccolo li il primo salto di roccia.
Sono tranquilla, anche se la relazione dice che c’è un tratto con una parere di III e che “l’inesperto” si dovrà tirare su di braccia. Con il mio gomito non è il massimo ma c’è una frase della relazione che mi da speranza: se rimani lungo la catena ci sono 2/3 metri di III. Quindi vuol dire che si puo’ evitare la catena.
In effetti è cosi. Come vedo la parete mi viene il coccolone ma vedo anche il canalino proprio li di fianco che mi sembra arrampicabilissimo. In effetti salgo senza problemi e dopo questo salto le difficoltà dovrebbero essere finite.
Il sentiero della Vergella, cosi si chiama, è breve e porta alla cappella, dove mi rincontro con i signori della partenza.
Prima pero’ un piccolo appunto: l’uscita del sentiero. Che schifo! Devi tirarti su da un muretto che rimane dietro la casa della teleferica in ambiente molto urbanizzato … spiacevolmente urbanizzato.
Detto cio’, i signori subito mi apostrofano: è venuta su dalla ferrata?
Chiacchieriamo un 10 minuti dei sentieri, del treno e del GPL, del rifugio che è aperto e loro vanno la per mangiare (come presupponevo!) e poi mi avvio verso il “mio” sentiero, il Sentiero Silvia.
Un signore mi ha anticipato, ma lo raggiungo presto. Altra chiacchierata … ma questi escursionisti solitari, perché hanno tanta voglia di chiacchierare?
Vabbeh, un fiore mi salva, per fotografarlo mi fermo e lui prosegue: sa, sono sudato …
In cima pero’ me lo ritrovo, maglietta pulita e … KW! Appero’ questi lecchesi :)
Per togliermi in fretta dalle sue grinfie mi avvio quasi subito verso il Medale.
Non ho realizzato che il sentiero scendeva … e che un pezzetto era bello fangoso … ne sa qualcosa la mia coscia con uno splendido morello blu :(
Cmq, in circa 40 minuti arrivo alla meta. E sono sola. Quasi. Un nugolo di mosche e insetti vari mi tengono compagnia. Mangio continuando a scacciare insetti e desisto all’idea di fermarmi. Non cerco il sentiero che scende, non ho voglia di stare con il patema d’animo tutta la discesa e torno sui miei passi. Il Crocione mi aspetta solitario e li mi fermo. Mi sdraio sulla panchetta di legno a riposare e quasi mi addormento. Fa caldo ma c’è un po’ di aria e si sta davvero da dio.
Ma è ora di scendere e piuttosto che andare al rifugio Piazza scelgo di scendere dal Silvia; un po’ ripido ma fattibile.
Sono al punto di razionare l’acqua, ma dovrebbe bastarmi se non faccio cazzate.
Arrivo alla cappelletta e finisco il caffè seduta al tavolino all’ombra.
Poi scendo.
Arrivo alle reti paramassi.
Prendo il sentiero che avevamo preso la volta scorsa.
Arrivo alla strada e convinta vado a destra.
C’è pero’ qualcosa che non va.
La strada è di cemento e non di asfalto.
Scende ma dalla parte opposta a dove deve.
Incontro un cartello che, se visto la volta precedente, ci avrebbe incuriosito.
Ora sono certa di aver sbagliato, ma vuoi che questa strada non porti da nessuna parte?
Ebbene si, NON PORTA DA NESSUNA PARTE!!!
Ad un certo punto finisce. Punto.
Grrrrrrrrrrrrr sono circa 110 m di dislivello in piu’ che mi tocca risalire. E su strada per giunta! E’ vero che cosi arrivo ai 1.000 di dislivello ma … :) ma si che va tutto bene! Finchè sono da sola a fare ste cazzate va bene.
Alla fine arrivo alla macchina sana e salva e, con grande piacere, trovo la mia bottiglia dell’acqua, messa in ghiacciaia la sera prima, che era scongelata al punto giusto: fredda ma liquida.
Splendida giornata, bellissima gita, bel posto anche se ora fa davvero troppo caldo. Oggi mi è andata bene ma credo sia una delle ultime gite per questa estate in zona.











1 commento:

Andrea62 ha detto...

Certo che non te ne voglio ma ci vuole la carta tecnica regionale per seguire i tuoi giri con le deviazioni :)


Se sapevo che andavi lì ti chiedevo per favore di fotografare per me i Pizzetti: dalla strada che sale verso Rancio ci sono dei punti in cui si vedono bene tra le case.