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Arriva la mail: vieni il 2 giugno in montagna con me e Mario?
Cavolo, non so ancora se posso e lo saprò solo all’ultimo momento. Nano però pazienta e aspetta il mio ok.
“Vogliamo portarti sulla ferrata del monte Grona”.
Gulp.
LA FERRATA DEL MONTE GRONA??? Con il mio ginocchio??? Con le mie braccia???
Ci penso, giusto quei 2/3 secondi e poi accetto. Con loro sono tranquilla e sicura e anche se la ferrata è considerata difficile, anche se una mia amica è uscita a metà distrutta dalla stanchezza e dalla esposizione, anche se leggo dalla relazione che l’ultimo torrione è davvero difficile anche perché la stanchezza si fa sentire, soprattutto nelle braccia …
Concordiamo l’appuntamento, io arrivo con un quarto d’ora di anticipo e quasi mi riaddormento nell’attesa.
Approdiamo al lungo lago e ci fermiamo per un orrido caffè … si vede che sono troppo abituati ai tedeschi :(
Saliamo. Non ci sono ancora troppe macchine al parcheggio. In meno di un’oretta siamo al rifugio dove Mario si prende un altro caffè mentre Nano ed io un succo.
Ci crogioliamo al sole. Da qui il panorama è davvero stupendo! Sono contenta che non siamo di corsa, oggi sembra proprio che possiamo prendercela con calma.
Ripartiamo per l’attacco. Incontriamo un po’ di gente che aumenta mentre ci prepariamo. A questo non ero preparata io, abituata a gite solitarie in posti solitari. Ma la giornata è talmente bella che non importa, anzi, ridiamo e scherziamo con tutti.
Parte Mario. Poi devo salire io e Nano dietro a su(o)pportarmi. Alzo la testa: Mario, non è che dimentichi qualcosa?
Nano risponde: ma no, lui il casco non lo usa.
E Mario si guarda: no, non mi sembra di aver dimenticato qualcosa …
Ah … apostrofo io, allora lo zaino lo lasci qui.
Risa. Hi hi hi … Mario riscende, prende lo zaino e riparte. Ecco perché andava cosi spedito, lo apostrofa uno che si sta preparando. Beh, Mario va spedito cmq!
Saliamo. Il primo pezzo è un po’ duretto ma si può arrampicare nonostante sia la catena che il filo metallico ricoperto di plastica al quale ci si assicura.
Saliamo.
Da giù una voce: è vostro il sacchetto con il cibo?
E Nano: no!
E la Silvietta: Mario … dov’è il tuo cibo?
Hi hi hi …
Mario non risponde neanche e inizia a scendere. Ma no, dai, i signori saranno cosi gentili da riportartelo su!
E in effetti si offrono.
Da notare: salire o scendere dalla ferrata per Mario è la stessa cosa … beato lui!
Continuiamo la salita. Arrampico a volte anche senza attaccarmi alla catena; solo che quando me ne rendo conto mi prende la paura e allora mi attacco. La catena a cui è attaccato il moschettone invece oltre che essere lasca è anche chiodata lunga. Più di una volta ho pensato che se volo da qui col cavolo che non mi faccio nulla.
La ferrata è abbastanza in piedi. I pezzi esposti sono molti e molto affascinanti. Ora siamo davvero in tanti quassù. Ne facciamo passare alcuni, poi rimaniamo imbottigliati pure noi.
Ora abbiamo superato la metà della ferrata. Sono stanca ma mentalmente, non fisicamente, tanto che un passaggio dove dovrei tirarmi su di braccia non me la sento. Chiamo Mario che torna e mi aiuta a superarlo. I ragazzi capiscono e al primo terrazzino ci fermiamo per far riposare la mia testolina.
Riprendiamo. E’ sempre in piedi ma sempre arrampicabile. Mario ha voluto la mia macchina fotografica e mi sta facendo davvero un ottimo reportage. Si vede eccome come è la ferrata, in piedi, esposta, arrampicabile.
Eccoci in vetta. Il panorama è stato super per tutta la ferrata e qui non è da meno.
Ci cerchiamo un posticino libero da:
ortiche
gente
cacche di capra
insomma, non è facile trovare un posto dove mettere giù le chiappette ma lo troviamo.
Mangiucchiamo qualcosa e poi giù per la cresta fino alla chiesetta dove ci concediamo un lungo quanto meritato riposo.
Poi il traverso che ci porta al rifugio, poi la discesa alla macchina.
Il ginocchio mi duole appena appena. Sono davvero contenta della sua reazione alla gitarella di oggi.
Beh, a dire il vero, sono contenta anche della mia di reazione :)
Ci fermiamo a mangiare un gelato. Nano non si è fidato della mia gelateria e ne propone una che non conosce. Avranno avuto 5 o 6 gusti ma non importa, va bene anche cosi.
Un po’ di traffico per arrivare a casa, saluti e baci alla mia macchina e poi su, verso casa, verso il mio “trombone” … povero piccolo!
Quota partenza: m 1.075
Quota arrivo: m 1.736
Dislivello totale, secondo il mio altimetro: m 900 ca, i ragazzi dicono che è troppo …
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto: 7 ore e mezza
05 giugno 2010
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