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28 settembre 2009

Dosso Bello m 2.243 – 27 Settembre 2009

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Parliamo prima della parte tecnica della gita. La Kompass da come altimetria 1.979 ma guardando in internet (che concorda con il mio altimetro) la quota effettiva dovrebbe essre 2.243.
Da Gravedona (raggiungibile sia da Lecco che da Como) di devia per il Dosso del Lirio. Si continua su una strada non collaudata fino al bivio con l’agriturismo “La vecchia cascina”. Si segue la strada sterrata fino alla fine e da qui si sale sul crinale ormai evidente. Un sentiero ci accompagna fin sulla cima, a volte evidente, a volte meno. Una piccola paretina da salire e poi la vetta identificata con una stele. Da li immaginiamo il panorama perché le nuvole basse ci hanno accompagnato tutto il giorno.

“Cavolo, Silvia! Non ti puoi perdere!”
Chi mi apostrofa cosi è Nano, quando mi da l’appuntamento per domenica mattina. Hi hi hi … non sa con chi a che fare ma per fortuna giovedi vado in Grigna e guardo il bivio a cui devo svoltare per raggiungerlo: effettivamente non mi posso perdere.
Puntualissima arrivo. E’ ancora buio ma al lago ci sono già un sacco di macchine e di persone. Scendo a sgranchirmi le gambe e mi metto a chiacchierare con un signore che pensa che sono li per la gara. “La gara?” Si, di pesca … ah … ecco svelato il mistero. Non faccio in tempo a salutare il signore che arrivano Nano e Mario. Un caloroso saluto e poi via. Per la strada vecchia perché io mi perdo sempre a questo bivio, ma vedo che anche loro sono un po’ in difficoltà con questi bivi e cartelli davvero poco chiari.
Meglio cosi, ne approfittiamo per bere un caffè e poi via, verso Colico.
Guardiamo il meteo: di andare a 2.700 m non mi pare il caso per cui puntiamo al Monte Duria.
Arriviamo a Gravedona e qui inizio a capire le capacità orientative di Nano. Non si ricorda bene, ma prosegue fino a che non trova il bivio. A memoria sale e intanto ci racconta che ci sarebbe un altro versante dal quale possiamo salire. Cerchiamo di capire la differenza dei dislivelli e intanto arriviamo al bivio a cui bisogna decidere. Ci fermiamo un attimo ma la scelta è facile: da li Nano non è ancora salito per cui decidiamo di passare dal Dosso Bello.
Arriviamo, sempre con il fiuto di Nano, alla fine della strada e ci prepariamo.
Nano alza il mio zainetto: ma quanto pesa! A causa del suo tutore non accetto la sua offerta di portarmi l’acqua …. E allora la prende Mario :) Si ritrova cosi la bottiglietta e il termos con il caffè nel suo zaino … e io lo sento eccome il chiletto in meno!
Saliamo attraversando le case, facendo scappare le galline (che immaginiamo già in padella) e un paio di gatti, poi incontriamo un ragazzo seguito da un signore con un cane. Stanno andando dalle loro capre. Chiediamo a loro la strada e facciamo un pezzo di sentiero insieme. Troviamo dei cacciatori e da li le chiacchiere proseguono con le nostre considerazioni sulla caccia. E cosi, senza accorgemene, il signore con la sua truppa ha deviato e non l’ho nemmeno salutato :(
Continuiamo per il crinale, i colori dell’autunno iniziano a emergere e la nebbia rende tutto molto magico. Peccato che ci sia un’umidità pazzesca, io sudo abbondantemente ma per fortuna non è caldo cosi non soffro piu’ di tanto.
Attraversiamo un villaggio magico, Piaghedo credo si chiami. Casette in pietra, erbetta ben tenuta, sassi e panche … una magia con vista lago che deve essere meravigliosa, il Legnone davanti a coronare il paesaggio.
Continuiamo con la nebbia che sale e scende. Io lumachina ma loro sempre vicino a me. Si chiacchiera e cosi vengono fuori le loro mete alpinistiche: sono impressionata … mi hanno raccontato esperienze che mi fanno sognare! In una prossima vita anch’io alpinista!
Cmq, piccola sosta perché la sottoscritta inizia ad averne bisogno e poi proseguiamo, cercando di capire se dopo quel dosso il Duria si faccia vedere. Cerchiamo di capire se siamo almeno sul Dosso Bello ma, nonostante l’altimetro sia arrivato e abbia superato i 2000 non ne siamo sicuri.
Ed in effetti, quando ci arriviamo in cima al Dosso Bello ci rendiamo conto, dalla stele, di essere arrivati. La nebbia si alza e la vediamo il Duria. La cresta a me non sembra molto facile, ma con Nano e Mario me la sento di provarla. Mi danno una certa tranquillità e sicurezza.
Pero’ meditiamo. Guardiamo l’ora, cerchiamo di capire se si puo’ scendere dall’altra parte e poi traversare la valle. Alla fine arriviamo alla conclusione che andare e tornare dalla stessa parte ci porterebbe via troppo tempo e allora ci “accontentiamo” di questa cima.
Sostona.
Io mangio, loro mangiucchiano. Insomma: non bevono, non mangiano, vanno come delle ferrari … :) E’ tutta invidia la mia.
Si chiacchiera in cima, delle ciaspole sulle tracce degli sci alpinisti (ma basta con questo tormentone … ) e poi, discorso molto piu’ interessante, dell’alimentazione in montagna, dell’utilità degli integratori, dei dolci, delle barrette … Nano afferma che se utilizzi gli integratori una volta perché sei alla frutta poi li usi sempre. In parte sono d’accordo nel senso che a livello psicologico puo’ giocare molto il fatto di aiutarti con qualcosa. Dall’altro pero’ non mi sento cosi convinta. Quando sono alla frutta mi mangio una barretta e poi proseguo. Ma si potrebbe andare avanti ore a discutere su questo argomento e invece è ora di scendere.
Mi ripetono ormai da tempo che arrivati alla macchina il tempo si metterà al bello ed in effetti inizia a diradarsi la nebbia :) Scendiamo tra sole e nuvole mentre il panorama si apre pian piano. I colori sono sempre piu’ belli, la discesa lunga ma non troppo faticosa.
Si parla, si raccontano situazioni familiari, matrimoni improbabili organizzati per gente che arriva dall’altra parte del mondo, genitori anziani e il sentiero non pesa.
Arriviamo alla macchina, ci cambiamo mentre passa un carretto con un “becco” (se non ricordo male).
E qui continuo a sostenere che mi prendono in giro: parlano di un odore cattivo che lascia intorno l’animale … ma io non lo sento. Mi avvicino alla bestia ma niente. Mi avvicino al furgone che l’ha trasportato ma niente.
Sgrunt … sono ancora convinta della presa in giro :)
Scendendo sbagliamo strada ad un bivio e ci ritroviamo al cimitero.
???
Ma … ferma ferma! Mi metto a urlare! Qui è dove è sepolto Ermes! Vi spiace se faccio un salto a trovarlo?
Non è da me andare ai cimiteri, ma Ermes è stato un grande amico ed è morto in un modo cosi stupido … Entro. Ci sono 3 signore che mi guardano incuriosite. Io vado dritta verso la tomba che ricordo fin troppo bene. Eccolo … cavolo! Era il 2000! Come passa il tempo. Hanno messo una foto di Ermes da giovane, peccato, avrei preferito l’età in cui l’ho conosciuto. Sono contenta di essere entrata. Le signore mi guardano sempre. Mentre esco una di loro va a vedere che tomba sono andata a visitare e mentre le risaluto mette al corrente le comari :) Ah … gente di paese!!!
Birretta al primo baretto decente che incontriamo e poi giu’ a Gravedona, poi Lecco, poi il lago alla mia macchinetta. Mi aspettano per accompagnarmi al bivio, io per Milano loro per Como.
Insomma: una splendida giornata! Peccato per le foto che non sono state molte, visto il tempo, ma la passeggiata e la compagnia per me sono state super :)
Alla prossima, ragazzi!


Quota partenza: 970 m
Quota arrivo: 2.243 m
Dislivello, secondo il mio “pazzo” altimetro: 1.368
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e di foto: circa 7 ore e mezzo





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