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13 luglio 2010

Cima di Lemma – m 2.348 - 9 Luglio 2010

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La Val Tartano la conobbi questo inverno con Rino e Giuliano. Siccome partimmo tardi non riuscimmo a fare la cima e ora, con un misto di curiosità nel vedere la valle in veste estiva e di dare un occhio alla cimetta torno da queste parti.
So che sarà l’ultima uscita in solitaria per un bel po’ di tempo, la sfortuna ormai impera nella mia vita ed è inutile prendersela. Allora cerco di godermi la giornata, puntando però a non stancarmi troppo che sabato ho un altro impegno montanaro e domenica si lavora.
Stavolta al Ristop mi prendo solo un caffè e poi entro nella Val Tartano. E’ davvero suggestiva. Rivedo il posto dove ci siamo fermati a prendere il formaggio, la galleria … ma la strada stavolta continua. Sterrata ma continua. Sono stata attenta a verificare che non ci fossero divieti e non ne ho visti. Dietro di me c’è una macchina, accosto al primo slargo per farla passare. Oggi sono ancora più lenta del solito in macchina e non ho nessuna voglia di sentirmi il fiato sul collo.
Ad un certo punto c’è un cartello che dice: strada non collaudata. E la strada sale con il fondo in cemento. Arrivo al gruppo di case e mi trovo davanti al rifugio Beniamino.
Gulp!
Non dovrei essere qui … mumble mumble …
Scendo. Leggo la relazione. Dice dell’ampio parcheggio (ampio? 4 o 5 macchine al massimo) e che si puo’, volendo, tornare verso il rifugio e partire da li.
Bene, il parcheggio non so dov’è ma io posso partire anche da qui.
I signori davanti a me erano dei lavoratori impegnati nella ristrutturazione del rifugio (che quindi è chiuso) e c’è solo un’altra macchina parcheggiata li.
Metto gli scarponi e parto.
La strada continua ma io non me la sentivo di andare oltre. Al successivo tornante vedo il sentiero che si innalza. Bene, lo prendo.
Sotto di me vedo una strada (la strada giusta immagino) e i ponti, a uno dei quali avevamo quell’appuntamento mancato.
Riconosco man mano i posti, i cartelli esplicativi con le panchette. La radura. Poi però mi sembra di andare troppo a destra per cui, ad un bivio, prendo a sinistra.
Poi però mi sembra di andare TROPPO a sinistra e allora? Leggo la relazione :)
Alla fine potevo andare da entrambe le parti, a sinistra andavo prima ai laghi, poi al passo e quindi alla cima. Tornando indietro ho fatto il percorso al contrario.
Arrivo al colle piena di mosche che mi ronzano intorno e non mi lasciano in pace. Fa caldo, sono sola e loro tutte addosso a me :( Peccato perché la zona mi piace davvero molto.
Guardo la mia cima e devo dire che d’inverno ha tutto un altro sapore; ma vado su lo stesso, prima per sentiero poi per prati. Arrivo in cima e non c’è nulla, non un ometto, non una croce …
Mi viene il dubbio che la cima non sia questa, ma era qui che quest’inverno salivano tutti. Cmq scendo e vado anche sulla cima di fianco dove l’ometto c’è cosi sono a posto :)
In cima le mosche mi hanno dato tregua ma ora sono tornate fastidiose come non mai.
Dall’alto ho visto il lago di Porcile e voglio tornare per cresta fino a scendere al lago per poi scendere agli altri 2 laghetti che ho visto dall’alto e ricongiungermi al bivio dove ero indecisa su quale parte prendere. I tre laghetti sono conosciuti come lago Piccolo, lago Grande e lago di Sopra e volendo si può andare al Passo di Porcile. Io evito per la questione di non voler strafare.
Il sentiero che scende dalla cresta è spettacolare, scavato nella roccia, e le foto purtroppo non rendono la bellezza del paesaggio.
I rododendri qui la fanno da padroni e questi laghetti hanno proprio il sapore di laghi alpini, con tantissimi girini che nuotano dentro.
Al lago di Sopra incontro 4 persone che non mi sembrano italiane. Fanno il giro contrario al mio.
Io, sempre assalita dalle mosche, torno sul sentiero della salita e inizio il percorso inverso in discesa. So che tra poco troverò una fontana e non ne vedo l’ora perché l’acqua calda che ho dietro ormai non mi disseta più.
E sono cosi contenta di bere a sazietà che non pongo la dovuta attenzione quando riparto. Mi sono rinfrescata e sono nel bosco per cui, ora che ho bisogno di asciugarmi il sudore, sono scesa già di circa 100 m :( E allora? E’ che l’asciugamano è rimasto alla fonte :(
Risalgo. Incontro 2 ragazzi: avete visto un asciugamano azzurro? No. Cribbio … era proprio li in mezzo al sentiero. Fa niente, grazie lo stesso. Continuo a risalire con i goccioloni che ormai scendono copiosi. Eccola li la macchia azzurra del mio asciugamano!
Mi rinfresco di nuovo e riprendo a scendere.
Incontro 2 persone con una splendida lupacchiotta. Io e la cagnetta ci salutiamo e poi mi metto a chiacchierare con la signora che mi racconta la vita della sua cagnetta :)
E poi sono finalmente alla macchina.
Ma che caldo fa?!?!?!
GELATO !!! A Delebio un mega gelatone non me lo lascio di certo scappare.


Quota partenza: m 1.500
Quota arrivo: m 2.348
Dislivello totale, secondo il mio altimetro un po’ pazzo: m 1.027
Tempo totale di marcia comprensiva di soste e foto (e della risalita della smemorata): 5 ore e 40




1 commento:

Anonimo ha detto...

bello il -0.90!!
Belle montagne, anche la gentiana purpurea.