- CLICCA SUL TITOLO PER VEDERE LE FOTO -
Pizzo Bello (piz Béla) era, secondo una celebre leggenda, il nome originario del Monte Disgrazia. Non si tratta però solo di una leggenda: sulle carte austriache dell'Ottocento all'attuale Monte Disgrazia veniva ancora dato il nome di Pizzo Bello.
Oggi il nome è passato a questa cima di rilievo certamente assai minore, mentre il gigante che lo fronteggia, ben visibile, a nord ha un nome assai più inquietante (e che, in realtà, rimanda al verbo dialettale "desgiascia", cioè "si scioglie", in riferimento alla sua vedretta). Torniamo alla leggenda, che ci parla invece degli egoisti pastori che sfruttavano i pascoli lussureggianti della valle di Preda Rossa e che, avendo negato l'aiuto ad un viandante affamato (sotto le cui spoglie si celava Cristo), furono puniti con un incendio che ne incenerì i pascoli. Da allora il monte Disgrazia si chiamò così, in memoria della punizione divina, mentre il suo ben più modesto dirimpettaio si vide fregiato dell'illustre denominazione.
Tratto da: http://www.waltellina.com/ascensioni/pizzobello/
Devo dire che questa cima mi ha riconciliato con la Lombardia: abbiamo anche qui dei luoghi freschi e incantevoli!
Ma veniamo alla cronaca. Ho avuto 4 gg davvero pesanti e quando martedì sono tornata da Milano ero davvero stanca. Rinunciare? Non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello. Oltretutto la meta è già decisa: Pizzo Bello! Ho anche letto la relazione e si può fare.
Unica cosa voglio partire presto e quando suona la sveglia guardo Isi nei suoi occhioni verdi e no, aspetto ancora i 5 minuti della seconda sveglia. Questo è un indice della mia stanchezza, non lo faccio mai quando vado in montagna!
Altro indice della stanchezza è che martedì mi sono addormentata sul divano dei miei … non lo faccio mai :( ero davvero cotta.
Cmq mi alzo, mi preparo ed esco. Fresco. 16° … adoro vivere qui!
Come arrivo sulla SS36 mi rendo conto che le mie condizioni non sono le migliori e allora mi fermo al Ristop per un bel caffè lungo … e come fai a non metterci anche una brioche? E poi qualcuno mi ha insegnato ad andare in montagna senza cibo (o meglio, con poco cibo) e allora ho davvero poco nello zaino. In compenso ho 2 l di acqua. Io di soffrire la sete anche oggi non ne ho voglia.
La strada per salire è davvero terribile. Come fondo neanche male, ma un tornante via l’altro, e anche questo non sarebbe male. Però è ripida! E la mia macchinina a 8V non ce la fa e mi tocca mettere quasi sempre la prima.
E poi è lunga! Per fortuna non incontro nessuno anche se ormai, a furia di salire ai Roccoli, l’esperienza della guida in montagna me la sono fatta.
Arrivo. Il mio TomTom non mi avrebbe fatto arrivare fin li per cui sono un po’ indecisa. Una persona normale cosa farebbe? Semplice: leggerebbe la relazione!
Ma io no, sandaletti ai piedi salgo a vedere se quella bandiera lassù è quella del rifugio. Bene, è lei, allora leggo la relazione :D che dice di arrivare fino alla fine della strada e di prendere i prati dietro al rifugio.
Mi preparo e parto. Ovviamente non sono mica convinta. Ad un certo punto non so più dove andare e la strada che avevo preso mi sta portando in un’altra direzione. Vedo una cascina con delle persone (per fortuna perché qui stanno ancora dormendo tutti!) e chiedo. Ah no, ha sbagliato strada. E mi indicano la retta via.
Vado. Incontro un altro signore e non resisto alla tentazione di chiedere. Mi conferma la retta via e mi da anche una dritta sul sentiero.
Finalmente vedo un cartello!!! Ma metterne uno al parcheggio no?
Va bene, salgo. Sono nel bosco e li davanti a me una signora passeggia. Come non fermarsi a fare 4 chiacchiere? Dopo che mi ha raccontato metà della sua vita riesco a sganciarmi e a proseguire.
Leggo la mia relazione e vedo che devo arrivare all’Alpe Vignone. Giro l’angolo ed ecco lassù l’alpe. Hanno già portato su le mucche.
In corrispondenza della casa il sentiero si perde. Anche qui non mi faccio perdere l’occasione di scambiare 2 chiacchiere con il ragazzo che però non sa nulla della zona :( nemmeno dove sta la prossima alpe. Anzi … paventa che la cima non si salga neppure da qui …
Ma io confido nella mia relazione e salgo.
E’ davvero molto bello. Da ora non incontrerò più nessuno, nel bene e nel male. I prossimi cartelli che vedo indicano il Lago di Scermendone (Quanti ricordi! La gita del caffè, per intenderci! Sembra passato davvero un secolo da tante cose sono successe nel frattempo)
La cima so più o meno dov’è ma vista la mia infinita insicurezza non ne sono certa.
Arrivo al vallone dove la relazione dice che non ci sono più segnale ma di puntare “all’evidente sella” … Evidente? Cribbio! Ad essere sicuri della cima si sarebbe evidente ma io sono indecisa tra 2.
Mi guardo intorno ma continuo a vedere dei segnali. E i segnali mi portano a risalire il canale, a fianco dei massi come dice la relazione, della cima che avevo individuato come prima.
Arrivo al colle. Altro cartello. Ora non posso più sbagliare.
Prendo la cresta. La danno EE ma hanno davvero esagerato. Secondo me non c’è davvero nulla di EE, nemmeno un passaggino da usare le mani o esposto.
Arrivo al primo omettone ma la cima è un poco più in la, dove c’è la croce.
Bello. Davvero bello! 3 ore giuste per arrivare in cima, comprese le chiacchiere varie; anche questa volta posso considerarmi soddisfatta.
Mangiucchio, fotografo, vado sull’altro cimotto li di fronte ma non si può stare per la puzza di cacca di capra e poi scendo.
Scendendo non mi sento troppo bene.
Ho l’intestino sotto sopra ed inizio ad avere mal di testa. Cribbio … sembra proprio la sensazione che ho avuto per qualche anno a luglio; inizia cosi fino a stendermi del tutto ed essere incapace di alzarmi. E se sto male qui, da sola, che faccio?
Sono scesa un po’ e mi rendo conto che sto sempre peggio. Mi viene in mente la mia stanchezza e allora provo a fermarmi. Trovo un sasso abbastanza piatto e mi sdraio. Mi addormento di colpo. 40 minuti di sonno profondo. Apro gli occhi e mi sembra che la testa vada meglio.
Provo a sedermi. Si, va decisamente meglio.
Riprendo la discesa pensando che se sto male posso chiedere ospitalità al pastore … che però è già sceso a valle :(
Cmq man mano che scendo mi accorgo che il malessere è passato. Doveva essere proprio stanchezza.
Arrivo a Prato Maslino e ancora non ho capito dove ho sbagliato strada al mattino e per evitarmi ulteriori sbagli ripeto la stessa strada … almeno da li so come tornare alla macchina.
Ora il paese è animato, c’è un sacco di gente fuori dalle case che chiacchiera e prende il fresco.
E per fortuna nessuno che sale in macchina … che strada …
Quota partenza: m 1.650
Quota arrivo: m 2.743
Dislivello totale, secondo il mio altimetro un po’ pazzo: m 1.259
Tempo totale di marcia comprensiva di soste, foto e siesta: 7 ore
12 luglio 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento