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Suona il telefono alle 5 del pomeriggio. E’ Mario. Cavolo, penso, ci saranno dei problemi per domani :(
Ciao, come stai?
Bene … un po’ annoiata dal non potermi muovere …
Bene! Stasera pensavamo di andare in Grignetta a fare un paio di foto, ti veniamo a prendere alle 8 e mezza!
:)
Ottimo, penso. E poi mi viene un dubbio e la domanda e d’obbligo: ma devo portare gli scarponcini?
Si si, porta anche una bottiglietta di acqua ma niente zaino, ne prendo su uno io piccolino. Ah, porta la frontale che non si sa mai.
Medito.
La frontale per 2 foto in Grigna?
Questo e la conoscenza dei miei 2 soci avrebbe dovuto farmi riflettere, ma siccome sono tonta non rifletto e alle 8 inizio a prepararmi. Arrivano in anticipo. Mi mettono in agitazione e mentre chiudo la porta di casa … crak! Si rompe la chiave nella serratura :(
Poco male penso, Mario ora mi risolve il problema ed io ho il mazzo di chiavi di riserva.
Mentre vado a prendere la cassetta degli attrezzi sento i commenti: eh no, qui non c’è niente da fare, devi prendere una nuova serratura.
Come nuova? Io domani devo andare al lavorare! E poi sono senza macchia!
Giuliano prende il cacciavite, smonta la serratura, va sul balcone e magicamente mi tira fuori il pezzetto della chiave … mitici!
Rimontato il tutto usciamo.
Io sono in ciabatte :( no comment!
Mentre saliamo ai Resinelli i 2 meditano: vuoi salire dal Porta o dalla Val Scarettone?
Io penso che il Porta sia il rifugio e mi sembra strano che Giuliano voglia salire dalla Cermenati: lui la odia!
Fa niente. Arriviamo e inizio a capire. Il Porta è il canale.
Gulp!
Ma … cima allora … canale porta … e la discesa???
Sorrido. E io domani devo andare a lavorare.
Iniziamo a salire che è ancora chiaro. Inutile dire che non c’è nessuno. Se qualcuno sale stanotte (nonostante la luna piena il vento è davvero fastidioso e non invoglia) non salirà certo dal Porta. Saliamo tranquilli, ogni tanto ci giriamo a vedere questa palla magnifica che è la luna stanotte con le luci dell’abitato che si stanno accendendo sotto di noi. È meraviglioso … mi sa che è la prima notturna estiva per me e il Porta è ancora più magico.
Mario, che è davanti a farci strada, prende delle “scorciatoie” arrampicatorie ma sempre molto facili quanto divertenti.
In un baleno siamo al bivio. Certo che partire dai Resinelli è ben diverso che partire da Ballabio! E poi in compagnia non ti rendi proprio conto del tempo che passa.
Arriva la placca. Giuliano riesce a fare un sacco di foto (sta diventando anche un fotografo davvero bravo!) e non si risparmia qui sulla placca. Inoltre, essendo veloce, può permettersi di fermarsi e posizionare la macchina sul sasso per fare le notturne … io invece sono lenta e non conosco ancora bene la mia macchina per cui le foto pubblicate sono principalmente le sue.
Nel canale inizia a fare buio nonostante la luna inizi a farci vedere le nostre ombre. Giuliano accende la frontale, Mario non ce l’ha ed io aspetto, ancora affascinata dall’ambiente notturno.
Appena fuori dal canale però la luce di Giuliano mi gioca un brutto scherzo: mi fa ombra il mio corpo ed io ci vedo ancora meno. Allora propongo a Giuliano di passare avanti: ma come! Lo faccio per te, per aiutarti! :( Vabbe’ … però ce l’ho anch’io la frontale … cià che la metto.
Sosta. Al “solito” posto. Beviamo, qualche foto e poi via verso la cima. Pensiamo che non ci sia nessuno, non vediamo nessuna luce lassù.
Mario è avanti (io sono veramente una tartaruga al loro confronto) e quando sbuchiamo in vetta troviamo il bivacco aperto e Mario che chiacchiera con 2 ragazzi.
“Dagli la frontale che hanno bisogno di luce” Pronti!
Saluto i ragazzi e faccio luce. “Un attimo e mettiamo ordine” mi dicono.
Sono perplessa … non ce n’è bisogno … poi capisco: guarda che noi scendiamo, non dormiamo qui!
Ah …. Davvero?!?!?!? Sono stupiti. Sembra strano che ci spariamo una grignetta cosi per poi scendere :) Cmq si rimettono nel sacco a pelo più tranquilli e noi entriamo a chiacchierare con loro.
Fuori il vento è potente e dal bivacco sembra che infuri la bufera.
Mario tira fuori dallo “zainetto” di Eta-Beta degli amaretti, la marmellata che gli ho dato a casa mia e una bottiglia di birra … con i bicchieri! E’ incredibile quell’uomo! E mentre Giuliano brontola (che caso …) perché c’è roba da mangiare noi ci rifocilliamo e intanto arriva un altro ragazzo che vuole dormire li.
Ci abbiamo impiegato circa un paio d’ore a salire. Io penso alla discesa un po’ preoccupata. Da dove scendiamo? Dal Caimi, mi risponde Giuliano. Lo prendiamo dalla Cermenati.
Bene. Inzomma. So che il Caimi è ripido. E’ notte. Ma se Giuliano pensa di scendere da li vuol dire che mi reputa in grado di farcela.
Usciamo dal bivacco per essere investiti dal vento. E’ piuttosto fastidioso qui in cima e per fortuna Giuliano ha un paio di guanti in più perché le mani sono davvero gelate … giuro!
Scendiamo. Mario sempre avanti come un camoscio salta giù, io lentina dietro (niente bastoni … e dove li mettevo?) e Giuliano a chiudere la carovana fermandosi ogni tanto per fotografare.
Passiamo il bivio per il Cecilia (io pensavo fosse questo) e arriviamo ad un punto senza cartelli con un canalino ripidoripido pieno di sfasciumi. Mario si ferma, guarda Giuliano: di qui? Chiede incredulo. Mi sembra che non sia molto convinto neppure lui ma Giuliano: si si, giù di qui.
E via.
Dunque, fatemi pensare a come è stato definito il canale durante la discesa … non riesco a ricordarmi aggettivi che non siano volgari per cui mi astengo.
Diciamo solo che è meglio scendere vicinivicini per evitare di tirarci sassi in testa. Poi migliora, mi dicono. Poi arrivano i ghiaioni, insistono.
Io in silenzio cerco di scendere il più velocemente possibile. Ora ho la frontale accesa e ci si vede benissimo ma il canale è davvero infido.
Passiamo in posti da capre e a me viene in mente il Comera, quando Chicco mi raccontava, salendo in inverno, che d’estate non lo si faceva, era troppo pieno di sfasciumi.
Finalmente si allarga il canale, arrivano i famosi ghiaioni che niente hanno però a che vedere con quelli dolomitici. Ogni tanto si riesce a lasciarsi andare ma è sempre molto ostico per me.
Certo se non ci fossi stata io a frenare il gruppo ci avrebbero messo molto meno, ma io ci sono e ci mettiamo un’infinità a scendere. Il mio ginocchio, in compenso, si sta comportando benissimo.
Io penso con tristezza alla giornata che mi aspetta domani e non voglio neppure sapere che ora è.
E siccome tutto ha un fine, finisce anche il canale. E’ l’una. Mario chiama casa a tranquillizzare la moglie, io chiacchiero con Giuliano e cosi vengo a scoprire che è un canale che si fa di solito in inverno, quando la neve è ben assestata … che d’estate l’aveva fatto solo una volta e non era cosi marcio.
Morale: BOCCIATO! NON FATE IL CAIMI D’ESTATE!!!
Sorridendo riprendiamo il sentiero, si sa: se non son matti non li vogliamo. In breve siamo al Porta (rifugio questa volta) e poi sulla strada. Macchina. Casa.
Non appena varco il cancello di casa mi rendo conto che ho lasciato gli scarponi sulla macchina. Chiamo. Non mi sentono. Telefono. Uno ha il telefono spento, l’altro non risponde.
Pazienza, me li porteranno domattina quando si attiverà il servizio taxi.
Salgo a casa a scaricare le foto. Sono piena di adrenalina e non riesco a dormire, sto un po’ davanti al computer e finalmente alle 2 vado a nanna.
Domani si lavora …
Quota partenza: m 1.350
Quota arrivo: m 2.177
Dislivello calcolato, il mio altimetro mi ha abbandonato: m 900 ca
Tempo totale di marcia: 5 ore
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