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09 settembre 2007

Pizzo Pioltone – 2.610 m 8 Settembre 2007

Il primo tentativo risale a circa 2 anni fa, una giornata più autunnale non solo per il mese (ottobre, se ben ricordo) ma anche per il tempo. Oggi, invece, la giornata è da favola, fresca e limpida come non mai.
Arrivo presto, poco prima delle 9 ho gli scarponi ai piedi. Ci sono un paio di coppie che sono partite prima di me ma il parcheggio è ancora vuoto.
Prima la jeeppabile poi il sentiero nel bosco. Umido, pieno di ruscelletti ma, sarà perché non cerco bene, non vedo funghi.
Il lago. Non me lo ricordavo ma ne parla la relazione; piccolo, in stile proprio alpino.
La palude e poi ancora la salita per arrivare al Rifugio Gattascosa, con i suoi cumuli di legna che ormai sono diventati caratteristici.
La relazione parla della cresta a partire dalla Bocchetta di Gattascosa (o Passo di Ragozza) ma mette come alternativa la salita al Pioltone, mentre per me la gita è la salita al Pizzo e la cresta se mi avanzano le forze. Prendo quindi la strada che mi porta, in pochi minuti, al Passo di Monscera.
Per i tempi di percorrenza sono allineata con i cartelli, fino a qui. La salita al Pizzo però non è segnata, ma ci sono circa 500 m di dislivello, per cui metto in conto un’ora e mezza.
E qui arriva anche il bello. La mia relazione dice che non c’è la traccia, ma di stare sulla linea di confine …. 2 anni fa, anche il rifugista ci disse che non c’era sentiero ma si saliva a naso ….
Beh, se non riesco a salire pazienza, continuo a ripetermi.
Intanto il sentiero che parte dal passo è segnatissimo.
Ci sono gli ometti …. e che ometti!
Finisce il prato, il sentiero continua sulla linea più ovvia con tanti piccoli tornanti.
Ed è pieno di ometti …. e che ometti!
Man mano che si sale il sentiero si fa più ripido e più faticoso, il terreno più instabile, ma la traccia è un’autostrada! Chissà perché non è segnato sui cartelli … mah, i misteri dell’escursionismo!
La giornata è stupenda, fresca, ma io faccio tanta fatica. Mi fermo un paio di volte per riprendere fiato (con la scusa di un pezzetto di cioccolato) e proseguo il mio cammino solitario. Non c’è proprio nessuno! Il panorama che si apre è entusiasmante ed il sentiero sempre più ripido.
Non guardo l’altimetro né l’orologio, quando arrivo arrivo, tanto è presto.
Alzo lo sguardo e vedo l’ometto di vetta …. Un sorriso …. E vedo anche qualcosa di bianco che potrebbe essere un tronco di larice morto da tempo. Oddio, ce n’è più di uno …. e …. ma quelle sono corna …… E si, mi accoglie un bel branco di caprette bianche con il caprone la, dietro l’ometto di vetta, che se ne sta all’ombra. Mi guardano incuriosite, la più ardita mi si avvicina … diciamo un po’ troppo, e devo prendere provvedimenti.
Lascio a loro la cima e mi incammino sulla cresta. Pochi metri più in la l’ultimo ometto, niente cacche di capra e qualche bel sasso piatto su cui sedersi.
Panorama a 360°, non so se le foro renderanno la bellezza del posto (i panorami proprio non mi vengono ….). Ogni tanto qualche raffica di vento arriva a tenermi compagnia con i suoni che crea passando tra i fili d’erba, tra le rocce della cresta, creando mulinelli di terra …. Stranamente dove sono io, nonostante sia sulla cresta, rimane riparato.
Con a fianco il bastoncino (la capretta curiosa ha accoliti al suo …. mio fianco) mangiucchio qualcosa e poi mi rilasso.
Guardo laggiù la cresta di cui parlava la relazione. Bella e ben tracciata. Il sentiero di discesa è deciso.
Vado a rompere le scatole alle caprette per prendere il libro di vetta, non posso non lasciare la firma!
Mi guardo la Cima del Dosso, dove sono salita qualche mese fa.
Ma …. Laggiù …. Oddio! Quelle sono le Grigne! Che giornata!!!
La Capanna Margherita si vede ad occhio nudo. Un piccolo disappunto per non essere riusciti, neppure questo we, a salire ancora un po’ mi viene, ma è placato dalla bellezza del luogo.
Scendo.
Sta salendo un ragazzo che incontro a metà discesa (metà dal Passo) e mi chiede quanto manca. E’ solo e senza zaino. Per il resto, qualcuno si vede al Passo ma poi più nessuno. Peccato perché se è vero che è ripida, è anche vero che escursionistica più che mai.
Al Passo saluto 2 ciclisti e mi avvio verso la cresta. Ovviamente si sale; ora però mi sono riposata e la fatica è comunque minore. Come ogni cresta che si rispetti, dopo essere saliti di un buon 100 m inizia il classico saliscendi. Iniziano i colori dell’autunno, l’erba che assume quel color marrone fantastico. Il pomeriggio rende la luce migliore e le montagna svizzere (credo sia il gruppo del Weissmies) è favoloso.
La cresta è segnatissima ma rimane selvaggia.
Sempre la mia relazione, dice che dal rifugio si sale accanto al canale dell’acqua e si punta alla evidente bocchetta. Mi viene da pensare se sarà cosi semplice scendere al rifugio senza traccia.
Sempre la mia relazione, dice che si può salire anche dal lago, con radi e sbiaditi bolli rossi che segnano la strada, ma io devo scendere al rifugio a fare scorta d’acqua: un litro e mezzo non mi è bastato :(
Arrivo in vista della bocchetta ed il sentiero scende …. ma dalla parte opposta, dove c’è un altro splendido laghetto alpino che ho visto dalla cima del Pizzo.
Seguo perplessa il sentiero e laggiù vedo un signore che si sta incamminando verso la bocchetta. Rincuorata lo raggiungo e, come al mio solito, attacco bottone. Facciamo un pezzo di strada insieme chiacchierando, mi racconta di un bel giro ad anello che si può fare e non sembra niente male … anzi! Anche lui gira spesso da solo e mi viene spontanea una considerazione: man mano che vado in giro da sola mi trovo sempre meglio, il mio essere orso diventa ogni giorno più presente e, anche se mi manca la compagnia per certe gite che da sola non me la sento di fare, la solitudine di queste passeggiate mi piace sempre di più. Scelgo da sola meta, luogo e tempi. Non sarà sano, ma mi rigenera.
Il mio compagno occasionale mi lascia quando inizia la discesa per il rifugio (segnatissima, ovviamente!). Lui scende al lago.
Scorta d’acqua e poi via verso la macchina.
Giro splendido. Poca gente come il sabato sa di solito regalare.
Peccato non aver deciso di fermarmi qui a dormire, domani mi sa che, nonostante le previsioni siano ottime, me ne starò a casa.
Mi sono tolta un altro sassolino dalla scarpa e mi rendo conto che, nonostante tutto, quest’anno ne ho tolti di sassolini …. !!!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che bei luoghi!
Anche le caprette!! Hai avuto coraggio, io con quegli animaletti ho un rapporto non sempre confidenziale :-D

A presto (anche per qualche uscita)!
S'ciao

heliS ha detto...

Lasciamo perdere il coraggio ... il bastone in una mano e il panino nell'altra :( Però sono state brave, solo un paio intraprendenti, le altre curiose ma non troppo.
Ora iniziano i colori dell'autunno e se hai finito di fare "l'alpinista" andiamo a far foto :)
Ciao!