Si, secondo, il primo lo scorso autunno.
L’alpinista (cosi ama definirsi lui) non ha trovato il sentiero che porta alla cresta.
Io ero troppo occupata a stargli dietro e alle mie flebili proteste che stava andando oltre, mi sono sentita rimbrottare che lui era sulla strada giusta ….. come obiettare?
Poco prima delle 8 e mezza ho gli scarponi ai piedi. C’è gente, ma non tantissima. Parto da Pescegallo, mi piace tantissimo il sentiero che parte da qui. Prima il salto nel bosco, poi quel traverso panoramicissimo, quindi ancora un pezzetto di bosco e poi il primo lago, quello di Trona. Attraversi la diga e poi lo strappo per giungere al lago dell’inferno. E’ lunga la strada, e forse mi sono attardata un po’ troppo, ma alla diga del lago dell’Inferno ci arrivo dopo 3 ore, soste comprese.
Lo so che non salirò il pizzo, anche se mi sono portata set da ferrata e imbraco. La foto che ho visto della placca parla chiaro: e’ in piedi!
Il mio obiettivo, oggi, è quello di trovare il sentiero.
Non è esattamente dove me l’aspettavo, ma grazie ai cartelli e alla relazione trovo il “traccione” di salita. Si, traccione perché è davvero impossibile non vederlo.
A dire la verità, salendo questo faticosissimo traccione, mi chiedo se sono sulla via giusta. Ma arrivati quasi in cresta ecco che ricompare il sentiero con i segnavia! EVVAI!!!! Sentiero trovato :)
Seguo il filo di cresta fino alle catene. Vedo la placca e da qui mi sembra piu’ appoggiata che sulla foto. Metto l’imbraco, il set da ferrata …. ops ….. non mi ricordo piu’ come si lega ….. accidenti! Lo so che tanto non salgo, ma questo inghippo mi da un’ulteriore conferma che non saliro’. Se scivolo il set mi tiene, ma se cado dalla placca non credo che “dissipi” poi tanto.
Il primo tratto di catena passa la cresta in un tratto piuttosto esposto. Successivamente si passa verso io lago di Trona e trovo degli spit, qualcuno qui ha tolto il cavo. Non serve, se non per sicurezza, il lago è proprio laggiu’ che ti guarda.
Un altro pezzo di catena per superare un tratto di roccia e sono alla base della placca. Cribbio …. è proprio in piedi!
Sto per partire, poi ci penso. Questa è una di quelle gite che, come dice il mio socio Andrea, non vanno fatte da soli.
Dall’alto non scende nessuno.
Dal basso non sale nessuno.
Sono proprio sola.
Riguardo la placca, un'altra foto e poi giro i tacchi e scendo.
Mi fermo a mangiare dopo l’ultima catena. La croce è li che mi guarda, sono circa 300 m di dislivello e mi sa che mi devo cercare un compagno per venire ancora quassù. Andrea mi spernacchiera’, troppo esposto per i suoi STD.
Scendo. Il traccione è meno faticoso di quel che credevo. Se stai sulla ghiaietta riesci a scivolare ed in poco tempo sono alla diga.
Mi incammino verso la Bocchetta di Trona, mi manca ancora questa parte e poi non voglio tornare a Milano troppo presto: fra caldo e traffico meglio star qui a prendere il fresco.
Alla bocchetta scopro che c’è una ex caserma militare e i muretti delle trincee. Vado a vederle, il tutto è tenuto piuttosto bene.
Salgo quel cimotto, dai. Li dietro ci dovrebbe essere il FALC.
E dopo il primo c’è il secondo, poi il terzo … i cimotti si susseguono uno dietro l’altro e non finiscono mai! Ma quando ci si deve fermare? Io mi sono data un orario: le 15, poi inizio la discesa.
Invece di tornare da dove sono venuta vedo una traccia. Ottimo, cosi non faccio la stesa strada.
Peccato che la traccia finisca, poi finisce anche la pietraia e mi ritrovo a scendere litigando con i rododendri. Sono proprio pazza …. Non era meglio tornare da dove sono venuta?
Ma eccomi di nuovo sul sentiero.
Sono stanca, non è che abbia fatto tante soste e lo sviluppo è notevole, nonostante il dislivello contenuto.
Un paio di volte penso di aver sbagliato sentiero, perché, per evitare la stessa strada del mattino, scelgo itinerari alternativi oppure penso ai fatti miei e non credo di non aver visto i bivi.
La discesa verso Pescegallo ha, purtroppo per me, un triste ricordo lasciato dall’uscita di questo autunno. Mi tornano in mente tutti i momenti ….no, non posso permettere che una cosa del genere mi rovini la bellezza di questa valle. Voglio esorcizzare i ricordi cattivi, deve essere solo la mia bella valle.
Vorrei dimenticare, ma allo stesso tempo vorrei non dimenticare mai per non incappare nello stesso errore: come fare?
Mentre medito su quesiti di difficile soluzione arrivo alla macchina. Mezz’ora prima del previsto.
Sono contenta della giornata. Il mio “chiodo fisso” è sempre piu’ vicino, ora devo solo trovare qualcuno che lo salga con me.
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