“Allora: Cevedale o Rosa?” mi apostrofa Marco venerdi sera in messenger.
"Ehm …. nessuna delle due mi sa …. “ è la mia risposta.
Ma partiamo dall’inizio.
Andrea mi manda una mail giovedi: mi piacerebbe proprio fare il Cevedale questo we.
Ok, guardo il meteo ma per la Lombardia domenica non e’ un gran che. Sono perplessa, ma metto come termine ultimo venerdi sera per decidere.
Giovedì sera trovo Marco in msn: vieni a fare il Lyskamm questo we?
Cavolo! Il Liskamm!!! Non ci ragiono molto perche’ Andrea vuole il Cevedale, ma se dovesse saltare …. Spiego la situazione a Marco, ci si riaggiorna a domani sera.
Venerdi: Andrea desiste, anche lui ha visto il meteo e nessuno dei due ha voglia di andare ancora lassu’ e di non fare la cima.
Intanto io ho meditato: il Lyskamm e’ un PD, pendio di 40 gradi e quota a 4.400.
Maturo la decisione che per me e’ meglio lasciar perdere.
‘Allora: Cevedale o Liskamm?’ mi apostrofa Marco venerdi sera.
“Ehm … Nessuno dei due mi sa …” Gli spiego le mie ragione, ma Marco insiste.
Alla fine concordiamo che se decido di andare gli mando un sms sabato mattina, tanto l’appuntamento sara’ alle 13:30 a Pont st. Martin. Ma a Pont non si riesce a parcheggiare, mi ricordo quando sono andata a fare la prima parte dell’Alta Via che ho faticato parecchio a trovare un parcheggio non a pagamento e nemmeno a disco orario. Allora si concorda Ivrea. A che ora? Alle 13:30 ovviamente …. Appero’: altro che turbo devi avere come macchina! Arrossisce e anticipa di 10 minuti.
Ci si saluta, entrambi dobbiamo preparare lo zaino.
Io ho una vocina dentro di me che mi dice: non andare …. NON andare!
Ma gia’ la mente sta facendo la lista delle cose che devo mettere nello zaino per il ghiaccio e la notte in rifugio.
E intanto che preparo lo zaino la vocina continua: non andareeeeeeeeeeeeeeeee!
La notte porta consiglio, mi dico, ma lascio la sveglia alle 7 del mattino. Se decidessi per la Roisetta alle 7 dovrei quasi essere all’imbocco della Valtorunanche.
La mattina mi serve per sistemare un po’ le cose, la settimana e’ stata piuttosto piena. Mando il mesagio a Marco che pero’ non risponde. Dopo un’oretta altro sms: non vorrei mai essere li da sola ad Ivrea! Ma no, i messaggi sono arrivati e ora la decisione e’ definitiva.
Arriviamo ad Ivrea a distanza di 2 minuti. Carichiamo la mia roba nella nuova macchina di Marco (che ha l’aria condizionata!!!) e via verso Staffal.
Passiamo dal casello di Pont …. Marco prosegue. Oddio, penso io, non e’ qui che si esce allora.
“Oddio!” grida Marco! Dovevo uscire di li. Vabbeh, si esce a Verres e poi, per statale, si torna a Pont.
Salendo la valle, vengo a scoprire che la funivia fa orario ridotto, per cui, persa quella delle 14:30 ci tocca quella delle 16:30 … un bel po’ tardino!!! Controllando meglio gli orari, vediamo che nel we le corse sono continue per cui non ci saranno problemi all’arrivo.
Abbiamo pero’ un’amara sorpresa sul costo della funivia: se scendi nella stessa giornata, A/R costa 18.00 € se invece scendi il giorno successivo ne costa 22.00!!! No comment! (Lo scopriamo pero’ solo il giorno successivo …… AriNoComment!)
Siamo in 7 e, come al solito, sono l’unica donna. Sono comunque tranquilla, anche se non conosco nessuno oltre a Marco; il mio amico e’ una splendida persona e so che non mi fara’ sentire di troppo e fara’ di tutto per mettermi a mio agio.
A Bettaforca iniziano i mal di testa, in 2 prendono le aspirine e gli altri, io compresa, la prenotano per la sera.
Marco scopre di aver perso il biglietto della funivia!!! Con quello che costa! Proviamo a cercarlo, alla fine gli consiglio di dirlo al macchinista, magari domani non lo fa pagare, e invece lo trova: aveva rimosso completamente l’azione di metterlo nella tasca dello zaino! Non so perche’, ma mi ricorda tanto qualcuno …. Come dire: ma comune, mezzo gaudio!
Si sale.
Il tempo non e’ granche’, io faccio una fatica bestia mentre in 2 prendono il volo (in effetti saliranno in 2 ore).
C’e’ neve, e tanta. Non me l’aspettavo e penso con un po’ di timore alla cresta: senza neve non mi crea nessun problema, con neve sinceramente non lo so. Marco mi tranquillizza (lui, che non c’e’ mai salito …. :) )e mi conforta dicendomi che tanto ci sono i canaponi; realizzo allora che li avranno messi proprio per situazioni come queste. Archivio la preoccupazione e continuo a salire.
Ora Marco ed io siamo soli, gli altri sono scappati via. Marco mi sta accanto e non mi molla, e di questo lo devo ringraziare. Si, ci sarei arrivata lo stesso al rifugio, ma un conto e’ salire tutta sola, un conto e’ stare con qualcuno, anche solo come supporto morale.
Arriviamo in circa 3 ore e mezza, il secondo gruppo ci ha messo circa mezz’ora in meno di noi. Per fortuna il nostro turno a cena e’ per le 20.
Medito, mentre cerco di riprendermi.
Domani non salgo. Con questa lentezza rischio che altri toppino la cima, e non mi va proprio.
Siamo tutti stravaccati sui letti (nel camerone, ovviamente) a riposare, sistemare gli zaini e parlottare del piu’ e del meno.
Devo andare a dire al gestore che non faccio pensione completa e che voglio la pasta per cena.
“La pasta? Guarda che mi sa che c’e’ solo il minestrone!” Ma dai ….. figurati!
E invece aveva ragione. Il gestore, gentilissimo, mi spiega che quando c’e’ il doppio turno non ce la fanno a fare la pasta. Li capisco, ma io posso mangiare solo quella. Pazienza, vorra’ dire che cerchero’ di mangiare qualcosa che mi sono portata dietro.
A tavola si disquisisce dei mali dell’altitudine. Tra noi 7 ce n’e’ una buona parte che non ha mai dormito in quota. Ognuno racconta le sue esperienze ed inizia il tormentone: come stai?
Decido cosa fare domani e lo comunico a Marco: se sto bene, vengo fino al Felik e poi io scendo, tanto da sola non c’e’ problema. Marco si dice d’accordo e spera che anche Giampiero, che non sta affatto bene, possa venire pure lui almeno al Felik. Parlo del Colle Felik perche’ e’ gia’ a 4.000 m, quindi la soddisfazione di salire almeno la quota c’e’.
Cenare alle 20 non ti lascia troppo tempo per cazzeggiare poi, le 22 arrivano in un battibaleno e quindi tutti a nanna.
La sveglia l’abbiamo messa alle 4:30, come da cartello giu’ in sala pranzo, ma i primi si muovono che non sono ancora le 4.
Alle 4:15 Marco si alza, e cosi inizio pure io.
Non sto malissimo, ma non faccio colazione. Ho un leggero cerchio alla testa e lo stomaco non richiede cibo.
Sono pero’ indecisa: non voglio essere di peso alle altre cordate!
Purtroppo iniziano le defezioni: in 2 scendono appena fa chiaro, uno di loro non sta affatto bene.
Ivano mi chiede che faccio: dai, stai in cordata con noi (lui e Marco).
Vado da Marco e ribadisco il concetto: al Felik distacco.
Ok, e allora inizia la preparazione.
E’ passato il momento che vivo ogni volta che affronto queste esperienza: ma chi me l’ha fatto fare????
Ora sono contenta. Esco con l’imbraco e stanno passando la corda. Metto i ramponi, mi lego, preparo la piccozza ….. e’ ora di partire e fa appena chiaro! E’ bellissimo! L’alba sul ghiacciaio e’ sempre davvero splendida e suggestiva. Le cime davanti a noi sono pulite, le nuvole sono tutto sotto di noi.
C’e’ pero’ un bel vento, perfino io ho il pile e la giacca a vento.
Inizio a fare fatica ma appena superata una certa quota inizia a venirmi fame. Pero’ non mi fermo. Lo so che sono lenta e non voglio far ritardare ulteriormente.
Ma intanto le altre cordate si sono fermate per cui ne riprendiamo alcune che ci avevano superato.
Ora mi sento alla frutta, la fatica e’ davvero tanta, ed ora …. INIZIA LA VERA SALITA!!!
Non ricordavo che questo pezzo per il colle fosse cosi ripido!
Inizio a pensare che mi faranno storie per lasciarmi al Felik, ma questi erano gli accordi.
Oltretutto la fiumana di gente sta salendo al Castore, quindi difficilmente saro’ sola in discesa.
Finalmente arrivo al colle! Non prendo neppure fiato, guardo con invidia il Lyscamm e poi mi giro verso i mie compagni: io mi fermo qui.
Mi chiedono conferma: sei proprio sicura che non ce la fai? Si, lo sono.
Marco: “Mi spiace, non avevo idea di come fosse l’ambiente e qui da sola non ti lascio.” Protesto, ma non c’e’ niente da fare. Mi chiedono se me la sento di salire il Castore: si, quello si, e’ tranquillo ormai. E allora, io con il morale sotto i talloni per la loro cima mancata, ci avviamo verso la “cima di ripiego”. A conferma del mio sfinimento, faccio una fatica boia a salire sul Castore. Inizio a contare i soliti 50 passi e poi un paio di secondi per riprendere il fiato. La cima e’ li che mi guarda, ma non so com’e’ non arriva mai!
C’e’ la solita folla lassu’, ma troviamo un posticino pure noi. Si beve un po’ ma di mangiare ancora non se ne parla, il mio stomaco rifiuta perfino la torta di mele.
Sta arrivando altra gente, lasciamo loro spazio e iniziamo a scendere. La giornata e’ ancora bella, le nuvole sono sotto di noi ma continua a fare freddo; meno male che in cima non c’era vento!
Dopo il traverso piu’ ripido ci sleghiamo e raggiungiamo il rifugio.
I 2 che sono riusciti a salire sul Lyskamm sono gia’ li. Sistemiamo gli zaini, mangiamo qualcosina e poi inizia la discesa, l’interminabile discesa! Da qui e’ sempre lunghissima!
Ultima nota dolente, arriviamo al Bettaforca e scopriamo che sono in pausa pranzo; ci tocca stare li ad aspettare per un’ora e mezza al freddo! Si, perche’ ora siamo sotto le nuvole e la temperatura non e’ proprio gradevole.
Immancabile sosta al bar appena scesa ed i saluti.
Anche se le mie performance sono state molto al di sotto delle aspettative, sono contenta di questo we.
Non sono stata male al rifugio
Ho salito cmq un 4.000 (anche se lo conosco assai bene!)
Sono stata benissimo con i partecipanti al we in quota, che ringrazio sentitamente.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
Alla faccia del "ripiego"! Il Castore è nei miei sogni da tanto tempo... ma riuscire a far gite di due giorni per me è un miraggio...
Peccato il malessere per la quota (io al Sella avevo dormito benissimo, evidentemente non è questione di allenamento ma solo di predisposizione).
Complimenti! Ciao!
Luca A.
Lo so, Luca ... lo so! ma quando la meta era il Lyskamm capisci bene che anche il Castore perde un pochino del suo splendore :)
Cmq, ragionavo stamani, ad essere veloci ce la si puo' fare in giornata: 2 ore per il sella, diciamo pure 2 x il Castore. L'ultima seggiovia parte alle 17:15 ..... si puo' fare ..... o meglio: LO POTETE FARE :)))
Ciao
Silvia
Bel resoconto Helis, a leggere sembra di essere lì!
Il Castore comunque è proprio una bella montagna, in un ambiente meraviglioso.
Giornata azzeccata: pensa che in questi giorni sono caduti 40cm di neve lassù... bastava una settimana dopo e probabilmente non si faceva nulla...
s'ciao e buon Cevedale!!! ;)
sssttttt ...... non si dice ad alta voce!!!
Tu pensa a farti onore, mi raccomando!
Buon we a tutti!
Silvia
Posta un commento